
A cura di Diego Lanuto
La diversità è un tratto tipico dell’essere umano e contraddistingue ogni singolo individuo sin dalla notte dei tempi. D’altronde, ognuno di noi presenta differenze a livello estetico, caratteriale, per religione, cultura o orientamento sessuale, pur rimanendo comunque “persone”. Eppure, ancora oggi, sono questi gli elementi che spesso diventano oggetto (e causa) di reiterati episodi di discriminazione, odio e razzismo. E se da un lato c’è chi si impegna seriamente per combattere gli abusi e i soprusi, dall’altro, pare ci sia chi è disposto persino ad approfittarsene, ed è proprio contro uno di loro che L’Irriverente Simone Di Matteo si è scagliato duramente.
Ha finto un’aggressione omofoba colpendosi da solo: Iconize risponde alla D’Urso

Noto al grande pubblico anche come il “Giustiziere dei Vip”, all’interno del suo ultimo articolo Di Matteo non si è potuto sottrarre dall’esprimere la propria opinione in merito ad alcune rivelazione sconcertanti fatte nel salotto pomeridiano di Barbara d’Urso, perché se quest’ultime venissero confermate, costituirebbero una gravissima offesa nei confronti della comunità LGBTQI+ e di tutte quelle vittime di violenze di cui quotidianamente sentiamo parlare. Stando alle dichiarazioni di Soleil Sorge a Pomeriggio Cinque, infatti, l’influencer Marco Ferrero, meglio conosciuto con il soprannome di Iconize, avrebbe finto di aver subito un’aggressione a sfondo omofobo lo scorso maggio, diversamente da ciò che lui stesso aveva dichiarato in televisione e sui social network, con il solo scopo di voler attirare l’attenzione su di sé e, riguardo a suddetta (presunta) macchinazione, vi sarebbero addirittura dei messaggi che lo confermerebbero.

Soleil su Iconize e la “finta” aggressione omofoba: “La sera prima mi ha detto che avrebbe fatto una cosa finta a favore dei gay, poi… ” (VIDEO)
La pronta risposta de L’Irriverente non si è fatta attendere, e così, a distanza di poche ore dalla diretta di Cologno Monzese, la penna più temuta del Web ha sferrato un brusco attacco all’ex fidanzato di Tommaso Zorzi. «Stando a ciò che hanno rivelato Soleil Sorge e Alberto De Pisis nel salotto pomeridiano di Barbara d’Urso – scrive – pare che Iconize non sia mai stato vittima di un’aggressione omofoba, bensì della sua stessa stupidità. Perché inscenare una tale aggressione con il solo scopo di tenere i riflettori puntati su di sé è da vigliacchi […]». Inoltre, l’autore pontino ci tiene giustamente a rammentare che «la violenza è una cosa seria, che come ben sappiamo può assumere molteplici sembianze, nonostante quella fisica sia la più facile da riconoscere, ed esistono diverse forme di abuso che ledono la dignità e l’integrità di un individuo, perciò tentare di monetizzarci sopra fa veramente schifo. Ci sono persone che sono state realmente denigrate, derise, picchiate e uccise dal peso di quell’idiozia che genera il “diverso”, uomini e donne senza voce o volto, le cui disgrazie restano celate nel silenzio e che magari non godono della stessa esposizione mediatica di chi l’avrebbe utilizzata unicamente per dar vita all’ipocrisia, ad una bugia infame che, se confermata, costituisce un’offesa non soltanto per chi combatte quotidianamente contro la discriminazione, ma anche, e soprattutto, un reato contro quelle vittime di cui sentiamo continuamente parlare. […] Viviamo in una società malsana, dove somigliamo ogni giorno di più al carnefice che ci ostiniamo a condannare. Certe cose non andrebbero ammesse nè tollerate, perché solamente la fame di chi non riesce a mangiare può, in qualche modo, giustificare o spiegare un furto, ma quando si rubano pensieri, parole o emozioni, non vi deve essere nessuna clemenza. un furto, ma quando si rubano pensieri, parole o emozioni, non vi deve essere nessuna clemenza. Per mera sete di una alquanto squallida notorietà, pensare che ci sia gente disposta ad impastare, mescolare e manipolare messaggi profondi indirizzati ad un bisogno collettivo e sociale, mi fa venire il vomito. Ma in fondo, si sa, la verità trionfa da sola, poiché la menzogna ha sempre bisogno di complici e, quando sono proprio questi ultimi a mancare, si sprofonda in un mare di guai dove, lungo le rive del patetico, il ridicolo è l’unico vestito che possiamo permetterci di indossare».
Ma non finisce qui, perché l’opinionista rincara la dose attraverso una Instagram story sul suo account ufficiale nella quale si legge:
«E menomale che con il termine “influencer” si identificano individui che, essendo determinanti nell’influenza dell’opinione pubblica, costituiscono un target importante cui indirizzare messaggi!»
Nel 2020 alcune cose dovrebbero essere superate, ma in piena epoca dell’apparire vicende del genere potrebbero essere più frequenti di quel che si pensa. Bisognerebbe imparare a vivere senza fingere, ad amare senza dipendere, ad ascoltare senza giudicare, a parlare senza offendere, sebbene, al momento, risulti quasi un’utopia. E voi, cosa ne pensate? Siamo all’inizio di una lunga querelle oppure Iconize smentirà chi lo accusa di aver orchestrato tutto?