Stranizza d’amuri è un grande successo al botteghino e ha convinto il pubblico.
Al cinema ha già convinto il pubblico e la critica, raccontando una dolce storia d’amore. Stranizza d’amuri di Beppe Fiorello è una delle uscite più apprezzate di marzo, sia per la storia narrata sia per il modo in cui regista e sceneggiatori hanno scelto di far vedere al pubblico i fatti.
“Stranizza d’amuri”, il film di Beppe Fiorello che tutti dovrebbero vedere: la storia vera di Giorgio e Antonio
Beppe Fiorello , ospite nel programma radiofonico Pinocchio, a Radio DeeJay, ha ripercorso i passi da cui è nata la pellicola:
Le sale sono piene, è molto belle vedere le sale del cinema piene. Sono fiero di questo. Sto cercando di accompagnare il film in molte sale italiane perché ho capito che le persone vuole vederci, rivuole il contatto con gli artisti. Sento che c’è questo bisogno, se ci muoviamo in tanti la gente viene.
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Ma come nasce un film come Stranizza d’amuri? Il regista Beppe Fiorello racconta:
Ci vuole un sogno, devi convincere un sacco di gente. A cominciare dalla persona o dalla società che mette i soldi per realizzarlo. Nel 2008 o 2009 ho scoperto questo fatto di cronaca. Da quel giorno ho iniziato a cucirmi dentro questa storia. Capii subito che non potevo fare un film un film realista: non avevo elementi per fare un film del genere investigativo, trovare una verità o averla in tasca.
Sempre a Radio DEEJAY, Beppe Fiorello racconta il suo Stranizza d’amuri anche a Chiamate Roma Triuno, il programma condotto dal Trio Medusa in onda ogni mattina feriale dalle 7 alle 9:
Ho fatto questo film pensando molto anche alla mia adolescenza: c’è anche tanto di me nel film, di quello che ricordo, ho visto e vissuto in quella Sicilia degli anni ’80. Quei colori, quei sapori. Credo che l’adolescenza sia il momento in cui si esprime veramente l’amore puro. Ho raccontato quando a quell’età si sta bene col proprio partner, con l’amico dello stesso sesso. Poi c’è anche una storia d’amore vera, che sconquassa il mondo.
Su Stranizza d’amuri Beppe Fiorello chiosa con convinzione:
Io non volevo fare un film sui gay, volevo raccontare l’amore tra due persone. Il tempo di innamoramento, non coniugare per forza l’amore con il sesso, non farli toccare fisicamente ma farli guardare molto. Questo non era un obiettivo, nasceva continuamente sul set.
Ma Stranizza d’amuri è una storia vera? Sì e no. Il film di Beppe Fiorello è liberamente tratto dalla vicenda di cronaca nera nota come delitto di Giarre, avvenuta nel 1980. Il 31 ottobre di quell’anno il corpo di due giovani, Giorgio Agatino Giammona (25 anni) e Antonio Galatola (15) fu ritrovato senza vita nel paesino in provincia di Catania.
Dichiaratamente omosessuali, i due sono stati uccisi da un colpo di pistola. E, se la storia era stata inizialmente archiviata come suicidio, diversi elementi (tra cui una confessione poi ritrattata) avevano lasciato intuire che dietro la tragedia ci fosse non solo un’altra mano dietro al grilletto, ma tante bocche cucite nel paesino, contro una coppia di omosessuali.
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La natura omofoba del delitto creò un caso mediatico di grande importanza, tanto che in seguito all’evento fu fondato il primo circolo Arcigay italiano. Sulla questione della storia vera di Stranizza d’amuri, il regista Beppe Fiorello spiega:
La storia vera non mi portava da nessuna parte. Se fai un film di denuncia, devi avere una verità in tasca. Subito, nel 2009, ho detto: “Mi affido alla mia idea, alla mia fantasia, al potere del cinema, che con la finzione può in qualche misura restituire per due ore un po’ di vita a quei ragazzi, a cui è stata tolta troppo in fretta”. Allora ho immaginato la storia di questi ragazzi nell’ ’82, quindi ho un po’ “falsato” i fatti reali, in un certo senso.
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