
Salvo Vinci, ex volto di Amici di Maria, che attualmente è il protagonista di We Will Rock You (il musical dei Queen), attacca le radio italiane: “Come fate a mandare in onda canzoni (se cosi si possono chiamare) che invogliano i giovanissimi all’utilizzo di alcol, droghe e sesso?”

“Stamattina ho sentito una canzone in radio – scrive il cantante in un lungo post su Facebook – Per l’ennesima volta mi sono imbattuto in uno dei nuovi artisti del panorama musicale italiano, uno dei tanti, e la sua canzone (se così si vuole chiamare) che parlava di: scopate, di canne, di ubriacarsi davanti alla PlayStation, insomma di una vita di merda di qualcosa che andrebbe condannato anziché proposto come modello di vita da seguire…e come lui altri 10, 100, 1000 ragazzini che impazzano nel web come delle vere icone da seguire, non vorrei fare ne la figura del vecchio bacucco che dice: ‘a miei tempi’ anche perché ci sono mille cose di questi tempi che mi piacciono, e se mi proponessero di vincere Sanremo con una canzone del genere preferirei essere condannato a vivere per sempre in una pozza di vomito, ma credo che serva una piccola rivoluzione culturale perché ci si é troppo abituati alla mediocrità, alla bruttura alle volgarità”.
“E invece non deve essere così – continua – io mi appello ai direttori artistici delle radio che é arrivato il momento di fare qualcosa, di decretare se una cosa può essere passata in radio o no. Non riesco davvero a capire perché in tv questo discorso può essere fatto e in radio no! Infatti non mandando in onda un porno con Rocco Siffredi che scopa in prima serata o diverse volte sono stati cacciati personaggi del Gf perché hanno tirato un bestemmione o assunto un atteggiamento verbalmente violento contro un altro concorrente”.
“E invece in radio un ragazzino di 20 anni può permettersi di dire qualunque cosa solo perché ha messo un sintetizzatore e due note sotto la sua voce stonata di merda che dice bestemmie e propone un modello di vita irripetibile?” Salvo conclude scrivendo: “Venendo considerato dagli addetti ai lavori un vero e proprio artista, e di conseguenza il pubblico (anche quello minorenne) lo percepisce come tale, MA NON É COSÌ”.