«La legge della sharia e basta». Un portavoce dei talebani, Waheedullah Hashimi, ora che i miliziani islamici hanno riconquistato il potere, ha chiarito che «non discuteremo quale tipo di sistema politico dovremmo applicare in Afghanistan perché è chiaro». Ma la sharia mette in serio pericolo anche le persone Lgbtq.
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La comunità era in allarme già da qualche mese: all’inizio dell’anno un giudice talebano, Gul Rahim, ha promesso che gli omosessuali saranno perseguiti e giustiziati. «Per loro», ha sentenziato, «ci possono essere solo due punizioni: devono essere lapidati o schiacciati da un muro che gli cadrà addosso.
Il muro deve essere alto da 2,5 a 3 metri».
Proprio per questo, 139 organizzazioni si sono riunite per chiedere la protezione delle persone vulnerabili (non solo Lgbt, ma anche donne e bambini) in Afghanistan, ora che i talebani hanno riconquistato il potere. Tutti i gruppi si sono dichiarati fortemente preoccupati «per i diritti umani e la sicurezza dei gruppi emarginati nel Paese», ora a rischio. E hanno chiesto che «i diritti di tutte le persone» vengano rispettati in base alla costituzione del Paese e agli accordi sui diritti umani ratificati anche dall’Afghanistan.
Le organizzazioni chiedono alla comunità internazionale di dare assistenza umanitaria ai rifugiati, dando priorità alle persone Lgbt e ai più vulnerabili.«Temiamo che le persone Lgbtiq siano ulteriormente criminalizzate e perseguitate, poiché le autorità talebane hanno recentemente rilasciato dichiarazioni secondo cui le condanne a morte saranno ripristinate per gli uomini gay», è scritto nella lettera aperta. «Le persone Lgbtiq afghane vivono già da diversi anni nella paura della violenza e delle uccisioni, e temiamo che questa situazione si possa ulteriormente aggravare».
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Attraverso una pagina di crowdfunding, lanciata da Bobuq Sayed, uno scrittore australiano della diaspora afgana e dal suo gruppo di amici, sono stati raccolti più di 42 mila dollari per le persone Lgbt del paese. «Molti temono un ritorno all’era precedente, sotto il dominio dei talebani di una ventina di anni fa», dice Sayed, «quando alle donne non era permesso andare a scuola dopo il terzo anno, la musica e la danza erano vietate e le persone Lgbt venivano uccise».