«Sono rimasto inorridito da quello che è accaduto. Ho letto la notizia sul giornale e non ci volevo credere, così mi è venuto d’istinto invitare i due ragazzi nella mia casa vacanze in corso Amedeo». Federico De Cesaris non è livornese, è nato a Roma. Ma a Livorno ci si è trasferito per scelta dopo averla conosciuta per lavoro. «In Toscana è la città che assomiglia di più alla capitale sia per l’eterogeneità della gente che per la cultura e lo spirito dei livornesi». Dopo aver letto la notizia della struttura turistica calabrese che si è rifiutata di ospitare una coppia omosessuale, si è dato da fare per invitare i due ragazzi nella sua abitazione, trasformata in una casa vacanze per turisti.
«Volevo dare un segnale forte, l’Italia non è omofoba, Livorno non è razzista. Perciò mi sono offerto di ospitare gratuitamente quei due ragazzi per un weekend a settembre. Non ho proprio capito per quale motivo sia stato vietato l’ingresso a una coppia gay. Cosa pensano, che gli omosessuali saccheggino i mobili o si attacchino ai lampadari? È una cosa assurda pensare che una persona deturpi un appartamento solo per il suo orientamento sessuale». «Per fortuna – prosegue – a subire questa discriminazione è stata una coppia omosessuale già adulta. Se un gesto così lo avesse subito una coppia giovane, probabilmente avrebbe causato un contraccolpo forte».
De Cesaris è residente a Livorno, ma spesso torna nella città natale, così si è affidato ai social per gestire le prenotazioni alla sua abitazione. «È un appartamento storico di 120 metri quadri in centro, in Corso Amedeo. È a completa disposizione degli ospiti e c’è un assistente che consegna le chiavi e gestisce l’allestimento e le pulizie. Le prenotazioni si possono fare su Air Bnb e anche su Facebook alla pagina We Love Toscana che ho creato. Amo questa città e sono felice di avere questa casa per turisti. Sono convinto che a Livorno una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere, spero che questi due ragazzi lo sappiano».
Ieri sera i due ragazzi lo hanno saputo. De Cesaris, infatti, si è messo in contatto con l’Arcigay di Napoli, cui i due si erano rivolti in seguito alla discriminazione subita, e poco dopo ha ricevuto una telefonata da parte di uno di loro. «Mi ha chiamato Gennaro. Aveva la voce tremolante dall’emozione.
Si è commosso. Purtroppo, però, hanno rifiutato perché hanno già trovato un’altra sistemazione e andranno in vacanza altrove. Mi hanno chiesto di regalare quel weekend a un’altra coppia in difficoltà economica, magari anche omosessuale, che prenderà il loro posto. Lo farò più che volentieri».
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Da: il Tirreno.it