Dopo l’ordine esecutivo che il presidente Donald Trump ha dato a tutti i rifugiati ecco arrivare la storia di Arad Winwin, un ragazzo gay iraniano, costretto a scappare dal suo paese per non essere ammazzato. Arad, che preferisce non rivelare il suo vero nome, è fuggito dall’Iran nel 2010 abbandonando la sua famiglia per poter vivere, finalmente, la sua vita negli Stati Uniti. “Se avessero saputo che ero gay mi avrebbero ucciso” così commenta il militare che oggi, a 27 anni, è tornato ad avere paura: “vivere in Iran non è facile, li non si vive ma si cerca di sopravvivere ogni giorno”.
“Credo sia importante raccontare la mia storia perché la maggior parte delle persone non immagina cosa sia vivere lì, dove alla gente è negato ogni diritto di libertà, di scelta personale e di vivere la propria vita. In Iran non mi era permesso nulla, neanche tagliare i capelli in modo diverso dagli altri o indossare una t-shirt particolare per non parlare dei rapporti omosessuali, lì il governo controlla tutto. Se mi avessero identificato oggi non sarei qui, sarei morto”. Arad in Iran era in militare: “Ho lasciato il paese perché ero consapevole che non sarei mai potuto essere felice li. Non avevo il passaporto e la mia famiglia ha pagato tanti soldi per riuscir a farmi abbandonare l’Iran. Per un periodo sono stato in Turchia e li ho rischiato tanto, volevano farmi rientrare nel mio paese ma l’ONU è intervenuta e sono riuscito ad arrivare in America come rifugiato”. Oggi Arad lavora come modello ed è tra i volontari del Los Angeles LGBT Center.