Una delle cose che ci è mancata di più, in questi due anni di restrizioni a causa della pandemia, è certamente viaggiare.
Viaggiare fa bene e piace a tutti e non farlo è stato frustrante. In un articolo di Focus, la psicologa californiana Carla Marie Manly, ha riassunto bene il perché: “Quando si vivono esperienze traumatiche si cerca di evadere dalla realtà per evitare ulteriore malessere psicologico, ma per colpa delle restrizioni i tanti che utilizzavano il viaggio come modalità di fuga dallo stress non hanno potuto farlo. Questo ha portato molti a sentirsi ansiosi, prigionieri, a volte anche arrabbiati”.
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Il modo di viaggiare è cambiato proprio a causa della pandemia. La possibilità di lavorare remoto ci ha spinto a essere più nomadi e ha rispolverato l’abitudine delle seconde case, per chi può permetterselo!
Ma quali benefici dà viaggiare?
- Ci mette alla prova e ci fa acquistare fiducia in noi stessi, affrontando situazioni nuove ed eventuali difficoltà.
- Stimola il confronto con il diverso: si incontrano persone e abitudini differenti in viaggio e questo ci apre la mente.
- Rilassa: essere lontani dal contesto e dalle abitudini di sempre diminuisce il livello di stress a cui siamo sottoposti.
- Aiuta a essere creativi: magari dobbiamo farci capire da chi non parla la nostra lingua o adattarsi a contesti diversi. Questo ci fa ingegnare per superare le difficoltà
- Sviluppa le capacità cognitive: organizzare un viaggio è un impegno mentale oneroso che implica una buona organizzazione e doti di problem solving.