Mahmood ha raccontato a Repubblica.it di essere stato vittima di omofobia quando era al liceo e di conoscere bene consa significa la parola discriminazione.
Il cantante italiano di padre egiziano, vincitore del Sanremo 2019 con Soldi, va molto vicino a perdere le staffe quando gli si parla della legge Zan, o meglio dell’ostruzionismo che la destra sta facendo al Senato contro un provvedimento che punirebbe l’omotransfobia: “Che ancora una norma così manchi nell’ordinamento italiano è semplicemente allucinante, da vergognarsi”.
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Repubblica.it ha intervistato Mahmood che si schiera a favore della legge contro l’omotransfobia. “E’ necessaria – dice. – Bisogna sbloccare la Legge Zan“. “Non solo per questo: in generale è una questione di dignità, di tutela dei diversi. Una legge così rende più liberi tutti, non solo chi ne viene protetto”, aggiunge.
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“Non ho mai detto di essere gay. La mia è una generazione che non rileva differenze se hai la pelle di un certo colore o se ami qualcuno di un sesso o un altro. Io sono fidanzato, ma troverei poco educata la domanda se ho una fidanzata o un fidanzato. Specificare significa già creare una distinzione – continua Mahmood –Alle medie e al liceo basta poco per essere attaccati: ero cicciottello, nerd, con gli occhiali, un pochino scuro di pelle, insomma mi distinguevo dalla norma. E bastava poco perché partissero insulti anche a tema sessuale”.
“Soprattutto appunto a scuola. Si prende di mira il fragile, non necessariamente l’omosessuale, lo si insulta, lo si distrugge. – dichiara il cantante a Repubblica.it – A volte non si arriva a conseguenze fisiche, ma le assicuro che in tanti casi fanno ben più male le parole che i pugni e i calci. Ne uccide più la lingua che la spada, ed è drammaticamente vero. Posso dirlo io che con le parole ci vivo, quanto fanno male le parole”.