Una bufera sui diritti Lgbt a Verona.
O meglio, è la lettura che ne ha dato la politica (la Lega) in difesa di un ragazzino di 13 anni che ha ricevuto una nota disciplinare da una insegnante per aver fatto il diavolo a quattro pur di non salire i gradini della “Scala Arcobaleno”, dipinta nell’istituto per la Giornata nazionale contro l’omofobia e abbellita con una decalogo di termini valoriali quali “inclusione”, “accoglienza”, “non discriminazione”.
In realtà, ha spiegato la direzione dell’istituto, il 13enne si è beccato la nota per una bravata: l’essersi arrampicato sulla ringhiera della scala, penzoloni nel vuoto, pur di non salire quei gradini, per sfida con l’insegnante. Poi al presidente che lo ha sentito ha confermato la propria “contrarietà alle idee Lgtbt”.
La vicenda ha tuttavia scatenato reazioni contrastanti, con l’intervento del parlamentare della Lega, Rossano Sasso che ha denunciato una presunta imposizione di ideologie nelle scuole.
Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet, intervenuto sulla questione tramite il Corriere della Sera, ha evidenziato come il ragazzo sia diventato “vittima di un dibattito tra adulti”. Secondo l’esperto, il giovane si sarebbe fatto “portavoce di un pensiero non suo che ha sentito a casa”, sottolineando come le diverse età vadano rispettate nei loro tempi di sviluppo e comprensione.
“Mi chiedo perché i genitori si scandalizzino per l’ultimo gradino di una scala in cui c’è scritto che ‘l’amore è amore’ e non si scandalizzino per quello che lasciano fare ai loro figli”, ha dichiarato Crepet, spostando l’attenzione su altre problematiche educative come l’uso improprio dei social media e dei dispositivi elettronici tra i giovani.
Crepet ha evidenziato un “doppio errore degli adulti”: da un lato i genitori che trasmettono ideologie familiari, dall’altro la scuola che non avrebbe adeguatamente preparato il terreno per affrontare certi argomenti.
“Se vogliamo far fare i conti ai bambini e ai ragazzi con questi temi dobbiamo farlo con i loro tempi, lasciando loro gli spazi”, ha affermato lo psichiatra, suggerendo un approccio più graduale e rispettoso dei ritmi di apprendimento e maturazione degli adolescenti.