La sposa arriva in chiesa, percorre la navata, arriva all’altare.

È emozionata e agghindata a festa, avvolta nel suo bel vestito bianco e pronta al fatidico “sì.” Ma lo sposo non c’è, così come non ci sono parenti né amici. Insieme a lei, soltanto il sacerdote.  Potrebbe sembrare la storia di una donna  “abbandonata all’altare”, ma non lo è. È successo in Puglia, a Martina Franca.

La “sposa”, un’insegnante 40enne, aveva prenotato la sala per il ricevimento, comprato i fiori e le bomboniere, ma il matrimonio era – purtroppo – soltanto nella sua testa. Una “simulazione” creata puntualmente dalla donna, che tempo prima aveva bussato alla porta del parroco chiedendo di organizzare la santa unione. Del futuro marito, però, non aveva presentato alcun documento: solo un numero di telefono. Alla richiesta del parroco di presentarsi con il “promesso”, la donna aveva risposto che i due non “potevano farsi vedere insieme prima del matrimonio”. Il sacerdote, insospettito, aveva fatto qualche ricerca e capito di trovarsi davanti a una situazione un po’ particolare.

Trovandosi da sola in chiesa, la donna, delusa, avrebbe detto al parroco “Va bene, se non mi posso sposare allora vado al mare”. La storia ha un precedente: a fine 2023 l’insegnante infatti aveva già provato a organizzare le nozze, cercando i testimoni e preparando le partecipazioni. Quella volta, però, non era andata fino in fondo.

Il presunto “futuro marito” è un collega di cui la donna è innamorata ma che nega di aver mai avuto alcun tipo di relazione sentimentale con lei. “Prima di intervenire su questa faccenda devo confrontarmi con il mio avvocato”, ha detto a Repubblica. 

Il sindaco di Martina Franca ha affidato il caso ai servizi sociali, preoccupato per la salute mentale della donna (che ora rischia anche una denuncia).

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