Rocco Hunt canterà il brano “Mille vote ancora“ al prossimo Festival di Sanremo.
Il brano racconta la nostalgia di chi è costretto a lasciare casa per seguire un sogno, trovare un lavoro, anche solo salvarsi. «A me è successo a neanche vent’anni me, quando sono andato via dalla periferia di Salerno, dov’ero nato e cresciuto, per seguire la musica», ricorda. Da lì, l’exploit sempre all’Ariston, tra le Nuove Proposte, con Nu juorno buono nel 2014, «quando cantare in dialetto lì non era affatto semplice come stavolta», quello ancora al Festival con Wake up nel 2016 e tante hit in salsa latina, tra cui A un passo dalla luna (2020) e Un bacio all’improvviso (2021), entrambe con Ana Mena, oltre a quaranta dischi di platino. «L’ultima volta al Festival è stata nove anni fa: nel frattempo sono diventato un uomo».
Intervistato da Vanity Fair, il cantante ha detto:
Vale anche per l’essere un modello positivo? Insomma, si è parlato molto dei rapper come icone diseducative per i ragazzini.
«Non è un problema del rap, però. Già negli anni settanta il rock cantava di droga, eppure non è che tutti si drogassero. L’hip hop può dare messaggi positivi o meno: io li preferisco, ma è questione di immaginario, di cultura; occorre approfondire, senza fermarsi alla superficie. E poi, mi creda, se da genitore pensassi che l’educazione di mio figlio passasse dalle canzoni e non dai suoi genitori, be’, mi starei sbagliando. O, peggio, mi starei togliendo responsabilità».