Una visione nata da una nuvola rosa: così Elecktra Bionic, dall’alto dei suoi 194 centimetri di altezza (tacchi esclusi) ha conquistato il titolo di Italia’s first drag superstar.
Visualizza questo post su Instagram
La passerella della 27enne concorrente torinese è riuscita nella mission impossible di mettere d’accordo i giudici di Drag Race Italia, la prima edizione del programma di Discovery+ (Priscilla, Chiara Francini e Tommaso Zorzi) nato dal format di RuPaul, la special judge Ambra Angiolini e il pubblico. Incoronata vincitrice nella sesta e ultima puntata del talent (in onda il 23 dicembre), la drag è stata intervistata da Vanity Fair.
Le va di ripercorrere con noi le fasi cruciali della puntata finale? Ha letteralmente sbaragliato la concorrenza con il look della passerella a tema Eleganza, extravaganza.
«Tutto merito di Jorge D’Glamour, il costumista piemontese che cura il mio stile: per realizzare l’abito della sfilata avrà impiegato un mese. Pesava dieci chili almeno perché non è un tessuto brillantinato: ogni pietra è stata cucita a mano, una per una, fino a realizzare quel capolavoro d’abito».
Cosa ne pensa del vestito delle altre finaliste, in particolar modo Farida Kant, la costumista salentina?
«Farida Kant aveva un abito bellissimo, ma quello da sposa vampira della semifinale ha alzato a tal punto l’asticella che serviva qualcosa di più forte. La temevo: la conoscevo prima del concorso e sapevo che sarebbe stato dura competere con lei, la stimo moltissimo, ma deve lasciarsi andare ed essere più libera. Dopo la vittoria infatti ho sentito lei e Ava Hangar, che tifava per me».
Con i suoi lineamenti, lei ringrazierà Madre Natura tutto il giorno…
«Anche il chirurgo, comunque, quando non arriva Madre Natura. Se un ritocchino ti fa star meglio perché non fare un refresh? Per me è un modo di volersi bene, aver cura di sé e superare qualche insicurezza, ovviamente finché non arrivi a farti male e rischiare la vita. Se ti rifai il naso con la plastica 14 volte allora dico “Datti tregua”, altrimenti che male c’è».
Lei a quale aiutino è ricorsa?
«Qualche filler per dare volume, avere un mento più dolce, il nasino, lo zigomo più pronunciato, ma si tratta di chirurgia estetica e a gennaio, come dico sempre, faccio il “tagliando completo”. Ma rifarmi i connotati no, grazie».
Da piccola rubava i trucchi a mamma?
«Certo, anche se ora i ruoli sono invertiti. Ricordo ancora la sua enorme trousse nera piena di ombretti colorati: era alta come lo Zanichelli. Si apriva in due ma aveva una qualità orrenda, a ripensarci oggi mi mette i brividi».
Come si spiegava la sua passione per il make-up?
«Con molta tranquillità: ha un fratello gay, quindi lo ha capito da tanto, anche se la fase drag all’inizio l’ha intimorita. Oggi è la mia fan numero uno, anche troppo. Mi assilla sempre con le foto e ogni tanto le dico “Mollami”. Una volta non ho superato le selezioni nazionali di un concorso di bellezza e lei ha iniziato a insultare tutti. Quando ho vinto le finali di Genova, allora, non l’ho avvisata, perché temevo s’arrabbiasse in caso di sconfitta».
La sua grinta nasce da lei, allora. Nel 2018, fuori da una discoteca, è stata aggredita da due individui che l’hanno presa a pugni, ma si è difesa. Cosa ricorda di quell’episodio?
«Mi hanno aggredita fuori dal locale mentre ero in drag, per fortuna sono agile. Io non alzo mai le mani, ma sono stata spinta e ho dovuto difendermi. Travestita sì, ma scema no. Quei due si sono presi gioco di me e mi hanno picchiato, così li ho presi a botte e sono scappati. Poi ho fatto la denuncia contro ignoti».
Si è mai sentita fuori posto da piccola?
«Mi è capitato di leggere insulti sulla lavagna a scuola, ma era la mentalità a far male. Vincere è uno schiaffo morale per l’ignoranza e la stupidità. E poi quando ho messo piede nel locale Bananamia al Centralino Club di Torino sulle note di Britney Spears mi sono sentita finalmente al mio posto. E ora vorrei continuare così, magari partecipando al Grande Fratello in drag».
E una parte al cinema?
«Solo se protagonista però!».
Cosa vuol dire la sua vittoria?
«Poter raccontare come vive una persona come me, discriminata per le differenze. E non parlo solo della comunità LGBT+ ma anche di donne o, più in generale, di ogni pregiudizio legato all’etnia o al genere. La più bella vittoria è riuscire a lanciare un messaggio di uguaglianza. E ora più che mai l’Italia ha bisogno che si lotti per i diritti di tutti».
Visualizza questo post su Instagram