In una risoluzione adottata giovedì, con 492 voti favorevoli, 141 contrari e 46 astensioni, il Parlamento europeo ha dichiarato l’Ue ”Zona di libertà Lgbtiq”, a due anni dalla prima “zona esente da Lgbtiq” dichiarata in Polonia. Anche se la Commissione ha respinto le domande di finanziamento Ue nell’ambito del programma di gemellaggio tra città polacche che hanno adottato tali risoluzioni, i deputati sollecitano la Commissione ad andare oltre e usare tutti gli strumenti, comprese le procedure di infrazione, l’articolo 7 del Tatttato sull’Unione, così come il regolamento adottato recentemente sulla protezione del bilancio Ue e il rispetto dello Stato di diritto.
La risoluzione del Parlamento europeo sottolinea anche il deterioramento della situazione in Ungheria: nel novembre 2020, la città ungherese di Nagykáta ha adottato una risoluzione che vieta la ”diffusione e la promozione della propaganda Lgbtiq”, mentre il Parlamento nazionale ha adottato emendamenti costituzionali che ne limitano ulteriormente i diritti e non tengono conto del diritto delle persone transgender e non binarie ad aver una vita familiare.
“Non è una direttiva o un regolamento, ma è un primo passo importante a difesa della comunità, soprattutto per Paesi come Polonia e Ungheria”. Cosi’ all’agenzia Dire Rosa D’Amato, eurodeputata del gruppo Greens a margine del voto del Parlamento europeo sulla ‘Dichiarazione dell’Ue come zona di libertà Lgbtiq”. “Ora servono provvedimenti più importanti. Stati che non rispettano lo stato di diritto e discriminano sulla base dell’orientamento sessuale devono essere privati dei fondi europei, compreso il Next Generation Eu” ha detto D’Amato. “L’Unione europea sarà davvero un Continente libero quando le 100 regioni, distretti e comuni polacchi dichiarati ‘free zone’ Lgbtiq verranno smantellati. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti, dalle manifestazioni di solidarietà alle azioni concrete. Per questa ragione chiediamo alla Commissione europea investimenti straordinari nel mondo della scuola e dell’istruzione affinché la cultura del rispetto reciproco metta le radici e plasmi le future generazioni”. Così Isabella Adinolfi europarlamentare del Movimento 5 Stelle in una nota. “L’Ue deve essere uno spazio di libertà per tutti e che ciò include anche il diritto alla non discriminazione e il diritto alla sicurezza, nel rispetto delle scelte politiche degli Stati membri. Se Bruxelles vuole strumentalizzare politicamente un tema serio e delicato come arma di ricatto e di propaganda, non possiamo essere a favore; se invece vuole combattere seriamente e concretamente le discriminazioni, la Lega c’è e ci sarà sempre”. Così in una nota le europarlamentari della Lega firmataria della proposta di risoluzione ID, Annalisa Tardino (coordinatrice ID in commissione Libe), Simona Baldassarre, Isabella Tovaglieri (componenti commissione Femm).