Al Salone del Libro di Torino, la cantante 89enne ha condiviso riflessioni sulla vita, sulla morte e sull’importanza della salute mentale, esortando a non abbandonare le cure psicofarmacologiche come ha fatto lei.
Ornella Vanoni, a 89 anni, continua a esprimere le sue opinioni senza timore. Al Salone del Libro di Torino ha presentato il suo «Vincente o perdente», scritto con il cantautore Pacifico e pubblicato da La nave di Teseo.
Durante l’evento, come riporta «Leggo», ha condiviso riflessioni personali e intime, affermando che la morte non dovrebbe essere un tabù, poiché è una parte inevitabile della vita. «Quando si ha la mia età, bisogna considerarla vicina», ha dichiarato. Il libro ha rappresentato per Vanoni un’opportunità di introspezione: «Prima non mi conoscevo». Ha raccontato dei suoi inizi difficili, descrivendo il palcoscenico come un luogo di vulnerabilità totale: «Salire sul palco è come mettersi in mutande davanti al pubblico».
La questione della salute mentale:
Ha affrontato anche il tema della salute mentale, spesso evitato, sottolineando l’importanza di seguire le cure psicofarmacologiche: «Non fate come me, che non sapevo amarmi. Guai a non prendere gli psicofarmaci, se vi fanno stare bene. Se iniziate una cura, portatela fino in fondo. Sennò non guarite». Vanoni ha poi rivolto il suo pensiero ai giovani, esprimendo incertezza sul suo futuro: «Non so se arrivo a Natale». Ha concluso con una riflessione sulla sua vita: «Perché io di certo non ho il bilancino, ed è andata com’è andata. Non amo fare bilanci, sono stata triste e felice, fortunata e sfortunata».
Alla domanda sull’amore, ha risposto con un invito all’audacia: «Buttatevi. E come va, va».