
Qualcuno verserà lacrime. Altri forse sentiranno solo una malinconia fumosa. La chiusura definitiva del Plastic, storico club milanese, non è solo la fine di un locale: è il tramonto di una stagione, un sigillo su giovinezze trascorse sotto l’insegna al neon di Viale Umbria—lettere gialle, verdi, blu, rosse che promettevano avventura estrema per chi varcava quel portale. Dal 1980, nel cuore di una Milano alternativa, il Plastic fu teatro di coda sotto la pioggia o sotto la neve, di attese interminabili, spaghetti di persone speranzose davanti ai cancelli.
Ad annunciare la fine è stata una nota sui canali social del locale: “Il 28 giugno 2025 è stata l’ultima serata del Plastic. Dal 1980 il suo orgoglio è quello di aver accolto tra le sue mura persone e storie straordinarie… Grazie per aver partecipato a una festa che per noi è stata unica e sorprendente. Che la festa continui!”
Il Plastic non è stato un locale qualunque. Più di quattro decenni lo hanno consacrato come epicentro di culture, mode, creatività e sperimentazione. Lì cantarono e ballarono icone come Andy Warhol, Madonna, Freddie Mercury, Grace Jones, Keith Haring. La notte milanese scorreva tra i suoi muri, contaminandosi di stile londinese, newyorchese, punk, camp e avant-garde.
Nicola Guiducci, mentore e DJ del locale con fondatore Lucio Nisi, raccontava a GQ: “I punk arrivavano vestiti Vivienne Westwood… Milano era cosmopolita nel Plastic, la notte vamp, estetica camp.”
Un crogiolo magico dove potresti incappare in De Michelis, Nick Kamen o incontrare su un flipper persino Freddie Mercury. Madonna, naomi Campbell e tantissime star internazionali, quando si trovavano a Milano, amavano trascorrere una serata in allegria in quel posto magico. La chiusura del Plastic si somma, in una triste estate, a quella del Leoncavallo. Per Milano la scomparsa di questi luoghi è anche la fine di un modo più autentico di vivere la notte, meno patinato e più libero.
Tra i tanti vip che hanno ricordato le serate al Plastic ci sono anche Paola Iezzi che scrive: “Grazie per esser stata spesso la casa di tutti noi ❤️ per tutto l’amore la musica e la magia che ha avvolto quegli anni leggendari di scorribande e serate piene di sentimento lacrime e risate folli ❤️ per sempre Plastic”. La cantante Syria: “Grazie per ogni singolo istante condiviso, mi avete accolta sempre con amore🤍Mi mamcherete tanto, tantissimo💔 Che privilegio mettere i dischi insieme a Nicola, Sergio e Andrea 🙏 Ci mancherete tantissimo. Styxia cantare alle tre del mattino con te prima di tornare a casa per sempre indimenticabile”.
In una Milano che sembra sposare una nightlife omologata, senza spazio per l’estro e la sperimentazione, la chiusura del Plastic solleva una domanda urgente: chi raccoglierà questa eredità di cultura sotterranea, dove il club era laboratorio e comunità? Sul petto di un DJ del Plastic campeggiava tatuato un motto: “Boys don’t cry.” Ma oggi quella frase suona come un velato invito a non restare indifferenti.