Mahmood si racconta al Fatto Quotidiano partendo dal suo prossimo tour che sarà nei palazzetti. Poi gli stadi? A quanto pare no: “Lo stadio non è nei miei programmi anche perché penso ‘dopo lo stadio cosa c’è?’. Mi immagino allo stadio per celebrare anni e anni di carriera. Io, invece, mi sento abbastanza agli inizi e preferisco che il percorso sia il più lungo possibile“.
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L’esclusione a X-Factor
La sua carriera è partita con un’esclusione: a X-Factor, nel 2012, infatti, Simona Ventura l’ha scartato agli Home Visit. Il pubblico lo ha ripescato, ma alla fine la sua avventura è terminata alla terza puntata. Inaspettatamente, il cantante ha rivelato: “Aveva ragione Simona, l’ho sempre ringraziata. Se mi avesse portato avanti sarebbero stati ca**i. Invece quello smacco mi diede la carica per insistere. Mi iscrissi a una scuola di musica, teoria e solfeggio, iniziai a scrivere“.
Maledetta Primavera:
“Un brano che non vorrei mai cantare per un’esperienza passata è Maledetta Primavera di Loretta Goggi”. Sotto il video.
Anche perché diventare famoso troppo giovane gli avrebbe causato diversi problemi. Il successo tardivo, invece, lo definisce come “la mia fortuna”. “Raggiungere una certa notorietà quando avevo già 27 anni. Diventare famoso a 18 può rivelarsi molto pericoloso, non ti sei ancora fatto le ossa“. D’altra parte, aggiunge: “l’instabilità emotiva è sempre in agguato, per tutti. Quando arriva una proposta mi domando: ti sentiresti a tuo agio? Se la risposta è no, punto altrove. Non voglio ritrovarmi a fare cose che non mi rappresentano“. Una dimensione umana che Mahmood sente sua: “Il mio vantaggio è non essere un divo planetario. È bello camminare in mezzo alla gente senza dover abbassare gli occhi. Se mi gira vado a Rio mezzo nudo, costume e cappellone azzurro, mi diverto mischiandomi alla folla“.