La denuncia, via social, di Vladimir Luxuria nei confronti di un’insegnante, Giusy D’Amico, che condanna il diario per ragazzi (Smemoranda) per aver trattato argomenti, a suo dire, non adatti ai giovanissimi. L’agenza è sotto accusa per aver specificato il significato di Indentità di genere tra le sue pagine.
Ecco cosa ha scritto in merito Luxuria:
L’insegnante Giusy D’Amico invita a strappare le pagine del diario Smemoranda dove si spiegano argomenti legati alla sessualità per preservare anime innocenti, dopo aver scoperto che un “bimbetto” di soli 9 anni lo stava leggendo…
1) mi sembra strano che un bimbo di 9 anni prenda Smemoranda che solitamente ha come utenza adolescenti che vanno dalle medie in su
2) se invita a strappare le pagine di un diario deve invitare anche a strappare dalle mani lo smartphone e tutti gli strumenti di accesso a internet dove gli stessi adolescenti andranno a cercare risposte alle loro domande inevase
3) oggi per fortuna alcuni argomenti non sono più tabù e proteggere anime innocenti è una campana di vetro illusoria, meglio spiegare nei termini giusti che censurare
4) affrontare i temi della sessualità, del rispetto verso le donne, verso la comunità Lgbtqi +, i diversamente abili e chi ha particolarità fisiche serve a contrastare la violenza di genere e ogni forma di bullismo
Questa insegnante (ripeto, insegnante!) fa parte di una crescente lobby sessuofoba che inventa fantasmi per impaurire ed ergersi a “ghostbuster” per difendere le anime innocenti. Se sollevate il lenzuolo a questo fantasma scoprirete che sotto c’è proprio lei: Giusy D’Amico!
Qui il messaggio di Giusy D’Amico:
Noi non compriamo Smemoranda ai nostri figli, e se è accaduto… strappiamo le pagine non adatte a loro.
Chiedo di mostrarmi il diario nuovo ad una mia alunna di quinta elementare, e mi accorgo che oltre il tributo Lgbt, c’è quanto basta per una buona dose di sessualizzazione precoce in bimbetti di soli 9 anni.
La sezione dedicata nell’angolo della pagina è sex education.
E giù pillole di saggezza…
Pensato e pubblicato per elencare una serie di cose da fare e da non fare. Nel biblico decalogo dei consigli che ora analizzeremo, non compare neanche una volta la parola Amore, neanche mezza volta progetto, ancor meno l’arcaico e caduto in disuso, termine : responsabilità.
Comunque le due pagine racchiudono quanto segue :
– Il momento per fare sesso lo decidi tu.
(Della serie scelta a senso unico)
– il sesso non è solo il rapporto completo ma tutto ciò che vi fa eccitare.
(usa consuma esplora quello che vuoi)
– nel sesso tutto ciò che fate dovrebbe avere come obiettivo il piacere.
( qui sapevano che stavano esagerando ci regalano l’uso del condizionale)
Poi definizione sintetica di verginità che ” nella versione tradizionale {cioè medievale) risponde ad una concezione limitata del sesso.
Ecco questa è la proposta offerta ai nostri bambini e ragazzi…
Questo il vuoto esistenziale che circola.
Quindi perché opporsi al regime? Valutate voi…
Perché i bambini non li toccheranno dovranno passare sui nostri cadaveri.
Perché strappare le pagine? Perché non si parla ora di queste cose.
Non si stravolgono le anime innocenti.
Per questo vogliamo garanzie nelle scuole, trasparenza e offerta formativa proprio da coloro che oggi si riempiono la bocca dei programmi come farò, vedrò, cambierò.
La replica dell’insegnante non si è fatta attendere:
Il personaggio pubblico Vladimir Luxuria commenta la mia azione educativa in più punti sul caso Smemoranda.
Vediamoli insieme
1) ritiene improbabile l’accaduto perché quel diario è per adolescenti..
– Quindi mette in dubbio la mia testimonianza …
2) Qui dice l’unica cosa intelligente che condivido ma poi se la rimangia con gli insulti finali che rivelano quale interesse vero abbia, nel dedicarsi alla non violenza, anche verbale, e alla non discriminazione. (, compresi tutti i suoi seguaci)
3 e 4) dice che vanno usati i termini giusti piuttosto che censurare.
Peccato che i termini giusti per parlare di sessualità non li definisce un personaggio pubblico e il suo seguito, ma gli insegnanti con i genitori.
Compresi i temi legati alla sfera lgbt.
Detto questo diamo un titolo alla mia replica.
“Invitiamo a strappare le pagine di smemoranda, perché rispettiamo il primato educativo dei genitori e con loro concordiamo quando possibile, di cosa e come, parlare ai propri figli, quando si tratta di tematiche delicate e importanti come i temi riguardanti la sessualità.
Soprattutto a 9 anni. “
Ricordo a chi mi cita e che neanche mi conosce, che i consigli dati inizialmente, su cui concordo, sono linee di approccio e di indirizzo su cui la sottoscritta è iperattiva da circa dieci anni.
( già referente dell’area bullismo e cyberbullismo, collaboratrice a vario titolo su tematiche volte all’inclusione di ogni forma di disagio, gestione social e dipendenze, mi occupo di educazione e di formazione anche per i genitori, con iniziative di incontro e confronto, che purtroppo non risultano gradite a chi scrive, visto che non cita mai il termine : genitore, neanche una volta.)
Purtroppo chi scrive non sa niente di me, pur tuttavia giudica a priori.
Oltretutto cita erroneamente “mentre il bimbetto stava leggendo” non sa neanche che quest’ultimo non leggeva affatto, e non sapeva nemmeno quanto avremmo concordato con il genitore circa, l’eliminazione delle pagine del diario.
Perché vedete… la sollecitudine educativa e il rispetto del pluralismo culturale, passa attraverso atti di condivisione e di pieno coinvolgimento di chi ha la potestà genitoriale.
La scuola non può in nessun modo sostituirsi alla famiglia.
Comunque i consigli iniziali erano buoni nel post, e su quelli mi sarebbe piaciuto argomentare, tuttavia nel leggere è giunta presto una delusione abissale sulla conclusione del post che, purtroppo ha rivelato il carattere violento e denigratorio tipico di un certo approccio ideologico, da parte di chi rifiuta a priori gli approfondimenti di pensiero, e le diverse angolazioni da cui guardare e trattare temi di diversa natura e contenuto.
Appare una certa intolleranza, verso chi mostra sollecitudine educativa, per costruire relazioni che, non senza fatica e lavorando duro, si raggiungono, per offrire maggior completezza e attenzione, alle informazioni da fruire a genitori, alunni e famiglie.
A scuola non si lavora a colpi di slogan, spiace rilevare che chi scrive invece salga in cattedra ad argomentare discriminando ed etichettando gratuitamente, con definizioni peraltro trite e ritrite, e poi anche volgari da parte dei seguaci .
Sindacare quanto è stato deciso e concordato con il genitore, denota una certa allergia…sembra che la volontà di rispettare il coinvolgimento dovuto al ruolo familiare, dia fastidio, però è proprio all’interno di quel ruolo che la comunità educante si muove per ottimizzare sempre più questa alleanza tra scuola e famiglia.
Non si può mai, entrare a gamba tesa su tematiche che esulano dal curricolo obbligatorio delle discipline e su cui non vi sia pieno accordo con i familiari .
Ecco in una scuola che si rispetti, si collabora al patto di Corresponsabilità Educativa che si sottoscrive all’atto dell’iscrizione, in cui uno dei tanti aspetti concordati tra scuola e famiglia, riguarda proprio il consenso informato preventivo alle famiglie su tutte le tematiche eticamente sensibili da trattare a scuola.
Un insegnante (ripeto insegnante!) e con questo la brutta notizia a chi scrive, è che lo sono realmente, ha a cuore, che i genitori sappiano, siano partecipi, scelgano quale educazione impartire ai propri figli sapendo che alla base di ogni democrazia vi è spazio per parlare, discernere e criticare, senza subire per questo lo stigma di sessuofoba, ghostbuster, fantasma cui alzare il lenzuolo… per ritrovarvi questo essere immondo… che ha semplicemente detto al padre di un suo alunno, che su certi argomenti forse è il caso che se ne parli in famiglia o a scuola concordando contenuti e tempi e e non su un diario.
Ma evidentemente nel mondo di chi ha scritto, il concetto di democrazia è indurre lezioni e interpretazioni a senso unico, senza spazio di contraddittorio e voce ai genitori .
Aggiungo…
Chi scrive sarà sicuramente edotto al riguardo, ma poiché repetita iuvant, segnalo anche ai suoi lettori, alcuni principi base del coinvolgimento tra scuola e famiglia :
ARTICOLO 30 DELLA COSTITUZIONE
E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli.
DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI
ART. 26
I genitori hanno il diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai propri figli.
Sul Consenso informato
NOTA MIUR del 2018 m_pi.AOODGOSV.REGISTRO UFFICIALE.U.0019534.20-11-2018
La partecipazione a tutte le attività che non rientrano nel curricolo
obbligatorio, ivi inclusi gli ampliamenti dell’offerta formativa di cui all’articolo
9 del D.P.R. n. 275 del 1999, è, per sua natura, facoltativa e prevede la richiesta
del consenso dei genitori per gli studenti minorenni, o degli stessi se
maggiorenni. In caso di non accettazione, gli studenti possono astenersi dalla
frequenza.
Al fine del consenso, è necessario che l’informazione alle famiglie sia
esaustiva e tempestiva
Cari saluti.