Francesca Romana Rivelli, in arte Ornella Muti, compie 70 anni.
Sogno proibito al maschile, la sua tenacia, i silenzi, l’impegno e la professionalità rendono merito a una femminilità che nel tempo si è ritagliata una dignità senza stereotipi.
Negli anni ’70 è stata alfiere della nuova stagione delle dive giovani (insieme a Eleonora Giorgi e Agostina Belli e poi Laura Antonelli) e di un cinema popolare che sfidava i tabù dell’Italia post-68, ma è anche una delle poche attrici nazionali con un autentico palmarès internazionale, cercata e scelta da autori come Vicente Aranda, Georges Lautner, Volker Schlöndorff, Anthony Hickox, Mike Figgis, Peter Greenaway. Anche in patria, la sua carriera è stata plasmata da grandi registi come Damiano Damiani, Mario Monicelli, Dino Risi, Marco Ferreri, Carlo Verdone, Ettore Scola, Francesca Archibugi, Citto Maselli.
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Curiosa e imprevedibile Ornella Muti passerà dai successi con Celentano e Pozzetto alle raffinate atmosfere proustiane di “Un amore di Swann”, ritroverà per la terza volta Ferreri che stravede per lei in “Il futuro è donna” (1984), lavorerà due volte con Francesco Nuti, sarà nel “Capitan Fracassa” di Scola con Massimo Troisi, farà coppia sullo schermo con Carlo Verdone.
Oggi la diva vive appartata, si professa di religione buddista, ha nella figlia Naike l’amica più cara insieme alla costumista Nicoletta Ercole. Ornella Muti non ha mai sconfessato la sua immagine sensuale ma nel tempo ci appare come un’eroina del suo tempo e, scorrendo la filmografia, ci si accorge che ha lasciato il segno nel cinema dei grandi maestri con la sua voce roca, il sorriso malinconico, quello sguardo radioso che illumina lo schermo e la rende ogni volta assolutamente unica, giovane per sempre.