Aveva scatenato mille polemiche con una diretta Instagram, a luglio di quest’anno, in cui invocava Hitler insultando i partecipanti al Gay Pride di Milano perché la sfilata bloccava il traffico e lei rischiava di non arrivare in tempo in stazione. “Io sto perdendo il treno in mezzo a questa massa di ignoranti, andate tutti a morire, perché non esiste più Hitler? Sarebbe dovuto esistere Hitler. Tu guarda che ammasso di gente ignorante che sta bloccando la strada. Io veramente vorrei capire la polizia dove ca…o è”. Stella Manente, influencer su Instagram, aveva chiesto scusa, ma solo dopo che la sua storia sul social network aveva fatto il giro della Rete, grazie anche alla segnalazione dei Sentinelli di Milano. Diversi marchi si erano affrettati a precisare di non avere alcuna collaborazione con la modella, assicurando di non condividerne le parole.
Sembrava pentita, la modella, si era scusata dicendo che non sapeva cosa fosse il Gay Pride, ma poi aveva querelato chi, sui social, l’aveva presa di mira. Mal gliene incolse: perché oggi il pm Mauro Clerici ha chiesto l’archiviazione per quella querela contro ignoti: “il comportamento della denunciante costituisce palesemente un fatto ingiusto perché invocare ad alta voce “ci vorrebbe Hitler, dov’è Hitler…” nel corso di una manifestazione quale il Gay pride significa evocare e giustificare le persecuzioni naziste contro gli omosessuali”, si legge nella richiesta.
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Insomma, il pm bacchetta Manente e chiede di non procedere nei confronti dei responsabili di quei messaggi sulla base di quanto prescrive l’articolo 599 del codice penale: non è punibile chi compie alcuni gesti dopo essere stato provocato.