Un medico psichiatra per supportare la tesi che l’omosessualità è un disturbo della sfera psichica. E che si può guarire.
Un chirurgo per sostenere che i rapporti sessuali tra uomini sono contro natura. Non molla Silvana De Mari, il medico sotto processo per diffamazione per le sue dichiarazioni pubbliche discriminatorie e offensive delle comunità Lgbt.
E in uno dei due processi che la vede protagonista a Torino, ha sfoderato ieri la sua nuova carta: l’intenzione era di chiamare altri medici a supportare la sua tesi in aula di tribunale.
Intenzione, però, respinta in pieno dal giudice che ha respinto l’istanza del difensore, Mauro Ronco, per dimostrare che le dichiarazioni della Di Mari non sono diffamatorie. Si tratta di una lunga serie di frasi rilasciate in trasmissioni pubbliche e scritte sul blog. Il tenore generale è: “L’omosessualità è un disturbo che si può curare”, “I gay sono la nuova razza ariana”, “l’omofobia è un diritto che rivendico”.
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Il giudice Eugenia Cafiero non ha ammesso i consulenti mentre, per concludere le questioni preliminari, ha ammesso il Coordinamento Torino Pride e Rete Lenford come parte civile. L’udienza è stata aggiornata al 30 ottobre.