Quella pensione da parlamentare – 1016 euro al mese – Gerry Scotti non la vuole più da anni.
Il suo incarico cominciò nell’aprile 1987, per continuare fino al 1992: il conduttore fu eletto deputato nelle fila del Partito Socialista Italiano, che allora era guidato da Bettino Craxi. Ma Gerry Scotti non lo ricorda come una bella esperienza: «Se nella mia carriera sento di aver ricevuto molto perché ho dato molto, nella mia esperienza politica ho ricevuto poco perché ho dato poco».
Gerry Scotti pubblica “Gerry Christmas”, il suo disco di Natale
La prima volta che ha chiesto di non ricevere più quella pensione era il 2014, ma la risposta fu che non si potevano sospendere i pagamenti. Il conduttore, allora, decise di devolvere quel denaro in beneficenza, «alle famiglie dei caduti nell’adempimento del proprio lavoro, tutti coloro che hanno avuto un papà, un fratello, un figlio che facendo il proprio lavoro ci ha lasciato le penne», ma continuò a chiedere che chi volesse rinunciare alla pensione parlamentare potesse farlo solo con una firma. «Io vorrei che si desse uno strumento a tutte le persone che hanno avuto a che fare con incarichi di Stato, per la Repubblica, e che vogliano rinunciare alla propria indennità nel momento in cui spetterà loro, semplicemente attraverso una firma. Io spero che me ne diano lo strumento. Renzi mi ha detto “Ce ne occuperemo”, ma nel frattempo ha visto il papa, ha visto Obama, gente un po’ più importante di me».
Scotti è tornato sull’argomento durante l’intervista a Un giorno da Pecora, su Rai Radio 1. «Sono diversi anni che cerco di rinunciare alla mia pensione da parlamentare: ho parlato con tre premier, a destra, al centro, a sinistra. L’ho chiesto a Silvio Berlusconi, a Matteo Renzi, forse anche a Giuseppe Conte. Nel frattempo ho seguito il consiglio di chi mi ha detto di ritirarli e dare 10 mila euro l’anno in beneficenza». E quando i conduttori Geppi Cucciari e Giorgio Lauro gli hanno chiesto se avesse intenzione di appellarsi anche alla premier, ha replicato: « Ora magari vado anche da Giorgia Meloni».