Ecco una proposta di articolo serio e di denuncia, basato sul contenuto dell’immagine che hai fornito: Titolo: Aggressione al Pride Village: vergognoso attacco omofobo contro una famiglia arcobaleno Sottotitolo:
Catania – Una scena di ordinaria violenza omofoba ha scosso il Pride Village di Catania, durante un evento pensato per accogliere e celebrare la diversità.
A farne le spese è stata Egle Doria, madre, attivista, membro del direttivo dell’Associazione Famiglie Arcobaleno e del comitato Catania Pride, aggredita fisicamente e verbalmente davanti a bambini e bambine, proprio mentre stava per iniziare un laboratorio di lettura dedicato ai più piccoli. L’aggressione è avvenuta nelle prime ore del pomeriggio, all’interno della sede della Cgil in via Crociferi, che ospita il Pride per il suo 25° anniversario.
Mentre il gruppo aspettava che i locali fossero pronti per avviare l’attività “Letture bimbə”, organizzata insieme a Genderlens Aps, un uomo si è avvicinato urlando frasi cariche di odio: «Vergogna, fate schifo, come li avete fatti questi figli? Ve ne dovete andare dall’Italia!» Non si è fermato alle parole. L’uomo ha aggredito Egle Doria mettendole le mani addosso, insultandola pesantemente davanti ai bambini presenti, lasciando tutti – adulti e piccoli – scossi e turbati.
I presenti sono intervenuti prontamente per allontanare l’aggressore. Egle sta bene e il laboratorio si è svolto regolarmente, ma l’episodio ha lasciato una ferita profonda. «Non pensavamo che quello che consideriamo un luogo sicuro, il nostro village, potesse essere teatro di violenza omofobica e misogina contro una di noi», si legge in una nota della rete Pride. Questo episodio non può essere derubricato a semplice “incidente”: è l’ennesima conferma che le famiglie arcobaleno in Italia non sono ancora pienamente tutelate né rispettate.
Essere genitori omosessuali, vivere apertamente il proprio amore e il proprio ruolo familiare, non può e non deve esporre a minacce, aggressioni o umiliazioni pubbliche. L’Associazione Famiglie Arcobaleno e l’intera rete LGBTQIA+ hanno espresso la loro vicinanza e solidarietà a Egle Doria e alla sua famiglia, sottolineando l’urgenza di misure concrete contro l’odio omotransfobico. Serve una risposta chiara da parte delle istituzioni: non bastano più le parole.
Chiediamo giustizia.
Chiediamo sicurezza.
Chiediamo rispetto.