
Tutto l’amore che serve di Anne-Sophie Bailly, con Laure Calamy, Charles Peccia-Galletto e Julie Froger (durata 94 minuti).
di Ulderico Grancini
Esordio alla direzione di un lungometraggio dell’attrice e sceneggiatrice Anne-Sophie Bailly, Tutto l’amore che serve non è un film sulla disabilità, ma sul rapporto tra una madre, Mona, e un figlio, Joel, sulle attenzioni che lei deve avere nei confronti del giovane, ma anche sui limiti da non superare nel controllo della sua vita pena lo scontro e l’allontanamento. È anche un film contro i pregiudizi che accompagnano l’affettività nelle coppie disabili, ma anche la loro capacità di gestire relazioni impegnative. Mentre affronta la nuova realtà del figlio, in procinto di diventare padre, Mona incontra un uomo che le fa riscoprire il proprio corpo, troppo a lungo trascurato, e ritrovare il piacere del sesso. Uno shock che mette in discussione anche il senso di responsabilità verso quel figlio ” sfortunato”. Tutto l’amore che serve è un concentrato di dolore e di amore, di commozione e di sincerità. Un viaggio condito di liti e amarezze, dubbi e ripensamenti, che porta Mona a ritrovare la voglia di vivere e Joel a sentirsi parte del mondo. Bravissimi i due protagonisti.
La storia
È un rapporto quasi simbiotico quello tra Mona, combattiva madre single, e suo figlio Joel, un ragazzo con disabilità cognitiva altrettanto risoluto. Joel lavora in un centro specializzato ed è perdutamente innamorato della sua collega Oceane, anche lei una ragazza con disabilità. Quando Mona, che nulla sapeva della relazione tra i due, scopre che Oceane è incinta, le sue certezze e il suo mondo iniziano a vacillare. La donna dovrà mettere in discussione la propria vita, le proprie scelte e le proprie prospettive per riconnettersi con il figlio e ritrovare la forza di amare, anche se stessa.
Nelle sale dal 19 giugno.