The End di Joshua Oppenheimer, con Tilda Swinton, George MacKay, Michael Shannon e Moses Ingram (durata 149 min).
di Ulderico Grancini
Musical apocalittico, The End è un film affascinante e intrigante. Per sfuggire al disastro ambientale, una famiglia composta da padre, madre e figlio, in passato simbolo di ricchezza e potere sulla Terra, si rifugia in una ex cava sotterranea ricreando una casa lussuosa, con tanto di cuoca, medico e attendente al proprio servizio, seppur circondata dal nulla. È con le manie e le nevrosi di questi sopravvissuti che si trova fare i conti una ragazza finita chissà come nel bunker. I genitori vorrebbero eliminarla, ma il figlio se ne innamora, ricambiato. E questa presenza inattesa basterà a mettere in discussione tutto quel mondo finto e ipocrita, retaggio del passato terrestre. The End è un film ambizioso, che contamina il musical e ammicca alla fantascienza, ma alla fine, anche per la sua lunghezza, lascia abbastanza sconcertati.
La storia
Il mondo è finito. Ma l’umanità, forse, no. In un bunker sotterraneo riarredato come una casa di lusso, vivono e sopravvivono una madre (Tilda Swinton), un padre (Michael Shannon) e un figlio (George MacKay), che cercano di mantenere la speranza e un senso di normalità aggrappandosi a piccoli rituali quotidiani. Ma l’arrivo di una ragazza dall’esterno (Moses Ingram) incrinerà il delicato equilibrio di questo apparente idillio familiare. Il pluripremiato regista Joshua Oppenheimer esordisce nel cinema di finzione con un film potente, emozionante e visivamente straordinario, un omaggio travolgente all’epoca d’oro di Hollywood e un inno accorato all’accettazione di sé, all’amore, alla capacità di cambiare e a tutto ciò che ci rende umani.
Nelle sale dal 3 luglio.