
Mission: Impossible – The Final Reckoning di Christopher McQuarrie, con Tom Cruise, Hayley Atwell, Ving Rhames, Simon Pegg, Esai Morales, Pom Klementieff, Henry Czerny, Holt McCallany, Janet McTeer, Nick Offerman, Hannah Waddingham, Tramell Tillman e Angela Bassett (durata 163 minuti).
di Ulderico Grancini
L’ottavo episodio di Mission: Impossible, saga nata trent’anni fa, era molto atteso, ma non convince del tutto. Buona parte di The Final Reckoning ripercorre con una serie di flashback i capitoli precedenti della carriera di Ethan Hunt ed è un’estensione della trama del settimo, Dead Reckoning, ma senza i necessari cambi di passo. Anche i dialoghi non infiammano. Il film risulta così troppo lungo, ma in Mission: Impossible, e negli action movie in genere, è la spettacolarità delle scene a consigliarne la visione. In particolare, in due lunghe sequenze, una negli abissi e una in cielo, Ethan Hunt dà il meglio di sé. Merito di un Tom Cruise, che, alla bella età di 62 anni, rischia la vita con la temerarietà e l’incoscienza di un ragazzino. È lui Mission: Impossible, e si congeda a testa alta dal personaggio che l’ha reso un mito. Ma sarà un vero addio?
La storia:
Ethan Hunt deve fermare un’Intelligenza Artificiale ribelle, denominata l’Entità, che accede a qualsiasi sistema operativo, manipola fatti, dati e persone ed è determinata a sterminare la razza umana. Per riuscire nell’impresa, dopo aver recuperato una preziosa chiave crociata, deve impossessarsi del codice sorgente dell’IA dal Sevastopol, un sottomarino nucleare russo affondato e che giace sotto la calotta polare. Mentre Hunt cerca una soluzione, l’Entità prende progressivamente il controllo delle armi di distruzione di massa delle potenze nucleari. La fine del mondo si avvicina e il tempo stringe…
Nelle sale dal 22 maggio.