La gazza ladra di Robert Guédiguian, con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan e Grégoire Leprince-Ringuet (durata 101 minuti).
di Ulderico Grancini
Robert Guédiguian non tradisce le attese. La gazza ladra è una commedia tragicomica, con qualche tinta di giallo, in cui la forza dei sentimenti prevale sulla denuncia politica, tipica del regista francese. Attorno a Maria, un’ex operaia rimasta senza lavoro dopo la chiusura della fabbrica, si muove un’umanità variegata: da suo marito, che si gioca la sua pensione a carte, alla figlia (sposata), che si innamora del figlio (sposato) del signor Moreau, un anziano in sedia a rotelle assistito e derubato da Maria, che però proprio nella presenza della sua badante trova una ragione di vita. Ma, in un modo o nell’altro, tutti i personaggi del film cercano di superare i problemi, le debolezze e le illusioni della quotidianità. Il furto è il file rouge della pellicola, ma venato di amore, solidarietà, compassione e voglia di vivere. Come quella di Maria, in estasi quando può mangiare le ostriche ascoltando il famoso pianista Arthur Rubinstein che suona le musiche di Franz Listz davanti al mare di Marsiglia. Un bel film, con un finale che solo in parte scioglie i nodi creati dalle azioni di Maria e dal gioco degli equivoci che ne consegue. Ma ci lascia con il sorriso.
La storia:
Maria ha passato la vita ad aiutare con grande dedizione le persone anziane, instaurando con loro un forte legame di devozione e fiducia. La sua condizione precaria, tuttavia, la porta ogni tanto a rubare loro qualche Euro per togliersi alcuni sfizi. Quando per Maria si presenta l’occasione per esaudire il suo desiderio più grande, ovvero quello di vedere l’amato nipote diventare un grande pianista, la donna decide di spingersi oltre i limiti, innescando una serie di conseguenze che metteranno a dura prova gli equilibri della sua famiglia e di coloro ai quali ha dedicato la vita.
Nelle sale dal 17 aprile.