Maria Berlinguer per “La Stampa”
«Mi sono sentito dire “ma come qualche sera fa eri su Rai Uno a celebrare Padre Pio e poi vai al Pride di Palermo?”. Altri mi hanno detto: “Ci hai deluso”. Sono molto fiero e orgoglioso di avere deluso qualcuno. Bisogna partecipare fisicamente ai movimenti per i diritti, bisogna esserci fisicamente, per questo sono qui». Beppe Fiorello, “madrino” del gay pride di Palermo, prima che il corteo colorato e allegro sfili per la sua città racconta cosa l’ha spinto ad accettare di partecipare al Gay Pride e come la sua scelta abbia scatenato detrattori e fan sui social.
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«Ho ricevuto un invito gentile, accorato e così appassionato che non ho esitato un attimo a essere qui. Ho accettato perché avevo la voglia di esserci, non si può sempre parlare per sentito dire. Volevo partecipare a un movimento importante che sta lottando da tanto tempo per diritti fondamentali, spesso negati», racconta l’attore.
Spesso, però, la politica è più indietro della società, per molti è un affare non è una missione umanitaria come dovrebbe essere», dice l’attore siciliano. «La politica dovrebbe essere totalmente rivolta alla gente e ai diritti. Invece molto spesso è un affare personale. E noi siamo in una terra, la Sicilia, che questo lo sa bene. Ora è arrivato il momento di dire basta.
C’è un’informazione capillare che ha creato una nuova generazione di giovani che vogliono impegnarsi in prima persona. Se la Sicilia sta accendendo luci e fari sui diritti, se c’è questa voglia di cambiamento lo dobbiamo proprio ai ragazzi» aggiunge Fiorello, da sempre impegnato sui temi sociali.
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«Il Pride non è una passeggiata, un corteo colorato per le vie della città. Quando si è saputo che anche io sarei venuto a Palermo sono stato vittima di stereotipi e discriminazioni. Mi hanno detto: “Tu cosa c’entri?”. La battaglia per i diritti coinvolge tutti» ricorda. Il tema politico del Pride 2022 è “Né le terre né i corpi siano luoghi di conquista”, «un tema fortemente voluto per sottolineare la relazione tra le pratiche di guerra e le pratiche di discriminazione violenta contro i nostri corpi», spiega Luigi Carolla coordinatore del Gay Pride di Palermo. È di ieri notte l’ennesima aggressione a due ragazzi romani presi a pugni e cinghiate in pieno centro a Napoli dopo il Pride perché hanno reagito agli insulti omofobi e razzisti di due uomini.