L’autore del servizio andato in onda su Italia 1, Matteo Viviani, sostiene di non aver fatto le necessarie verifiche sui filmati che mostrano ragazzi togliersi la vita, associati al ‘gioco’ del suicidio.
Continuano ad arrivare alla Polizia postale segnalazioni di decine di casi sospetti di Blue Whale, la sfida social che spingerebbe i ragazzi ad affrontare cinquanta prove estreme in cinquanta giorni, fino a quella finale: togliersi la vita. Ma, fino ad oggi, in Italia non esistono prove che legano casi di suicidio a questa sorta di roulette russa. In un’intervista rilasciata ieri al Fatto Quotidiano Matteo Viviani, autore del servizio de Le Iene che ha portato il caso all’attenzione del pubblico italiano, ha ammesso di non aver fatto tutte le verifiche necessarie sui video mandati in onda.
Le scene mostrano giovani nel momento in cui decidono di togliersi la vita, e vengono associate a Blue Whale. “Me li ha girati una tv russa – dice -, ma erano esplicativi di quello di cui parlava il servizio. Cambiava qualcosa se mettevo un voice over di 4 secondi in cui dicevo che quei video non erano collegati a Blue Whale?”. Altra falsità – secondo le indagini – è il legame fatto durante il servizio tra il caso di Livorno, dove un 15enne si è ucciso lanciandosi da un grattacielo, e Blue Whale. Viviani si giustifica: “Abbiamo premesso che il legame con Blue Whale era la versione del suo amico e che era solo il punto di partenza”.
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Prima ancora della confessione di Viviani, Andrea Rossi (di ”Alici come prima”), ha analizzato i filmati trasmessi da Le Iene e ha scoperto che i video utilizzati sono reali ma non riguardano il “fenomeno” Blue Whale. I video in questione si trovano su LiveLeak.com, un sito dove è possibile guardare i video integrali dove si capisce che si tratterebbe di un montaggio, un falso.