
La Barbie fashion è cambiata, da modello spensierato e perfetto per le bambini ad una vasta gamma, oggi sono 176, per 9 diverse silhouette, 35 tonalità di carnagione e 94 diverse acconciature e ultimamente la Mattel, in omaggio al politically correct e al suo “relativismo etico catechistico e radicale”, ha premuto a fondo sul pedale dell’inclusività e dell’“indifferenza” (gender free) o della “fluidità” (gender fluid) di genere, anche oltre il magico mondo della sua testimonial più famosa e attrattiva: nel settembre del 2019 la multinazionale californiana ha lanciato, con il marchio Creatable World (“Mondo creabile”), una bambola asessuata cui far assumere, grazie alle opzioni rese possibili dal kit d’acquisto, l’identità di genere che si vuole.
Tra pochi giorni arriveranno nei negozi italiani Barbie calve, con la vitiligine, con protesi dorate o Barbie sulla sedie a rotelle (con tanto di rampa per l’abbattimento delle barriere architettoniche). “Questo è solo l’inizio” si legge sul sito della Mattel, “[a]bbiamo creato prodotti che si ispirano ai ruoli più disparati e fantasiosi e abbiamo fatto squadra con i personaggi più illustri, perché crediamo nelle bambine e nel loro grandissimo potenziale. #PuoiEssereTuttoCiòCheDesideri“.
Barbie annuncia le nuove bambole contro i pregiudizi che valorizzano la diversità!

Barbie non è però l’unica bambola disabile. L’ultima trovata commerciale, prodotta dall’American Girl (che l’ha proclamata Girl of the year per il 2020), è Joss Kendrick. Appassionata di surf, ha l’apparecchio acustico.