Anna è la regina del 2024 in Italia.
Negli Spotify Wrapped del 2024 è l’unica donna tra i dieci artisti più ascoltati in Italia, non bastasse il martellamento di radio, villaggi vacanze, social e televisioni con la sua 30°. La verità è che gli adolescenti – e a giudicare dal colpo d’occhio ai concerti i bambini, «ma non vedo perché debba essere un problema» – ne hanno abbastanza dei divi. Meglio gli artisti vicini, meglio Anna, rapper della porta accanto, ragazza di provincia che sogna l’America, classe 2003 da La Spezia.
La star è stata intervistata da Vanity Fair dove ha raccontato del suo successo e di qualche sogno che vorrebbe realizzare.
Anna batte Taylor Swift, Bilie Eilish e Dua Lipa: la classifica delle artiste più ascoltate in Italia nel 2024 su Spotify Wrapped
Ha macinato record su record. Ora i numeri le mettono ansia? Paura del bis magari?
«Guardi, cerco di non farci caso e non ho mai davvero realizzato. Mi dicono che un pezzo, che ne so, ha registrato quaranta milioni di ascolti: e io mi stupisco, mi fa piacere, ma non riesco a immaginarmi concretamente quanti siano. E neanche voglio. Lì, sì, mi verrebbe l’ansia. E forse mi monterei la testa, mentre in questi anni – e negli ultimi mesi soprattutto – ho lavorato per restare con i piedi a terra. Se prendessi il volo, ne risentirebbe la musica e il mio rapporto con i fan».
Come s’immagina il futuro?
«Non lo immagino, ragiono giorno per giorno, obiettivo per obiettivo. Altrimenti vado nel pallone. Do il massimo ogni volta, ma senza progetti a lungo termine. Non fa per me, sono una chill girl, mi devo rilassare».
C’è un nome del pop con cui collaborerebbe?
«Gaia. È un’artista di cui ho tanta stima: è raffinata, sensibile, cool. Sono convinta che potrebbe venire un bel pezzo, stile brasiliano, dei suoi. E poi siamo simili, per me è davvero una sorella».
Guè, Lazza, Tony Effe, Sfera Ebbasta… invece con i rapper non si è risparmiata. Si è mai sentita delegittimata in quanto donna?
«No, mai. Da subito ho sentito che la scena mi ha accolta e mi è stata vicina, le tante collaborazioni lo dimostrano. Ma in generale sono una semplice, serena. Saluto e sorrido a tutti, se non mi piace l’aria che tira – ma vale soprattutto per le amicizie, prima che per i rapporti di lavoro – lascio stare e amen. E vivo in disparte: frequentando le discoteche per lavoro, quando mi devo rilassare resto a casa a giocare ai videogiochi, altro che festaiola».
Non le fa strano essere l’unica donna tra i dieci artisti più ascoltati in Italia?
«Quello sì. Mi fa piacere, ma vorrei ci fossero altre donne e in questo mi piacerebbe essere un modello. Non so perché ce l’abbia fatta io e non altre, prima o insieme a me. Fermo restando che, di nomi forti, ce ne sono. Forse non si sono buttate abbastanza, mentre io è una vita che mi butto, che rischio. Magari hanno avuto paura. Non lo so. Ma non è colpa loro, ovviamente. Lo è di un sistema che dice alle donne che non possono farcela e che, per affermarsi, chiede loro gli straordinari. Il rap è una scena di maschi, da sempre. Per un ragazzo, quando si tratta di entrare nel giro, c’è meno da buttarsi. Per una ragazza c’è una montagna da scalare: c’è stata anche per me. E poi come paese siamo indietro: le classifiche globali quest’anno sono state dominate dalle ragazze. Io, semmai, ho solo portato in Italia, nel mio piccolo, una tendenza mondiale».
Anna è l’artista più ascoltata dell’anno!
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