Amanda Lear è stata intervistata da Rolling Stone Italia in Francia dove vive e attualmente è impegnata al Théâtre de la Porte Saint-Martin nei panni di Joan Crawford.
Amanda Lear: “Io invidiare Madonna? Ma l’hai vista? Non potrei mai invidiare una che si è ridicolizzata”
La cantante e showgirl ha parlato del suo rapporto con il pubblico italiano e del perché non si vede spesso nel nostro Paese in tv.
In tv non ti hanno proposto nulla?
Non passa una settimana senza che mi propongano qualcosa.
Tipo?
Un programma che ha fatto, poi, Marcella Bella.
Ah, sì, Star in the Star. Non è andato benissimo.
Infatti mi hanno detto che ho fatto bene a rifiutare perché era una cagata.
Altre cose?
Ho fatto per cinque anni il giudice a Ballando con le stelle, ma poi basta. Voglio intrattenere, non dare giudizi, invece mi propongono sempre quello: Signorini mi ha chiesto di fare l’opinionista al Grande Fratello Vip, anche la D’Urso mi ha cercata. Hanno tutti sparato cifre pazzesche, ma non mi interessa.
Amanda Lear: “Non so se Barbara D’Urso sia una brava giornalista ma è sicuramente una brava elettricista”
E come conduttrice?
Stanno sempre a menarla con questo Cocktail d’amore, mi chiedono perché non lo rifaccio. Lo rifarei, ma non sono direttore di rete. Ho un agente disperato: propone cose, ma non accettano. Almeno su Instagram ci sono moltissime persone che mi scrivono e dicono che manco. Si vede che ho lasciato il segno.
Sì, anche perché in tv non c’è più molta ironia.
L’ironia è la base. Se io prendo in giro la gente devo essere autoironica. Ci sono persone che si offendono. L’ironia manca proprio nella società. Se si ridesse sopra tante cose sarebbe più lieve l’ambiente.
Hai dichiarato che la tv italiana ti fa orrore. Salverai qualcosa…
L’arrivo del Grande Fratello è stato un disastro per me. È un tormentone: ogni anno c’è la casa, l’isola, per me non sono programmi di intrattenimento. Io vengo dalla bella televisione come Fantastico, dove si faceva sognare la gente. Vedere degli analfabeti che si lavano i denti non mi diverte.
Capisco. Ma ho ancora una domanda che si ricollega all’album: il disco parla di malinconia, dici di faticare a tornare in Italia con progetti differenti. Ti capita mai di sentirti sola?
Sempre. Anche quando sono in compagnia. La gente non accetta che siamo nati soli e moriremo soli. Dobbiamo accettare noi stessi, con i nostri difetti. Se accettiamo la nostra interiorità, siamo in buona compagnia. La solitudine non è un problema. Le mie amiche, a Londra, iniziano i discorsi dicendo «Ah, alla nostra età», e già potrebbero evitare. E continuano: «Mio marito mi ha mollata per una più giovane!».