La Procura chiede di processare con l’accusa di diffamazione Giovanni De Paoli, il consigliere regionale della Lega che nel 2016 era finito al centro di una bufera politica per una frase omofoba.
In seguito alla querela presentata dall’Agedo (Associazione genitori parenti e amici di persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender), il pubblico ministero Patrizia Petruzziello ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’esponente leghista peccato, però, che l’udienza filtro disposta dal Pubblico Ministero Dott.ssa Patrizia Petruzziello sia stata nuovamente rinviata.
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«Se avessi un figlio gay lo brucerei in un forno» è la frase che, secondo due rappresentanti dell’Agedo che erano in Regione il 10 febbraio 2016, il consigliere avrebbe pronunciato in un corridoio, dopo un’audizione in commissione del coordinamento Liguria Rainbow. De Paoli, invece, ha sempre smentito e sostenuto di aver pronunciato quella frase in negativo: «Se avessi un figlio gay non lo brucerei in un forno».
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La denunciante Aleksandra Matikj, Presidentessa del “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione”, ha così commentato l’accaduto: “È già la seconda volta che il Legale della controparte aderisce ad astensione. Ora, è un sacrosanto diritto scioperare però speriamo che la prossima volta si presentino in aula. Si tratta di un processo che bisogna che segua il suo corso. Il Consigliere De Paoli dovrà comunque rispondere per aver detto che se avesse un figlio omosessuale lo butterebbe in una caldaia e lo brucerebbe, fatto aggravato perché commesso per finalità di discriminazione. Si tratta del primo caso di omofobia in Italia”.
In merito alle affermazioni del Leghista, la Procura ha preso in carico anche una denuncia presentata dall’Associazione genitori di omosessuali. I due fascicoli verranno uniti in unico processo che andrà davanti davanti al Giudice Dott. Massimo Todella. A causa della, già seconda, mancata comparizione, la nuova udienza si terrà il 30 gennaio 2020.