Sì, viaggiare. Ma solo se la destinazione offre la concreta possibilità di scattare – e condividere – il selfie perfetto. La tecnologia non va in vacanza, anzi proprio in quel frangente diventa assolutamente necessaria: soprattutto per quanto riguarda le app di fotoritocco, fondamentali per migliorare il classico scatto in costume.
A rivelarlo è stata una ricerca di Booking.com, un terzo dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 34 anni viaggia soprattutto per avere foto più belle da postare sui social, la concorrenza è ardua e spesso non bastano un mare caraibico o un originale sfondo esotico a vincere la gara di scatto con amici, conoscenti e colleghi.
L’ ultima novità è stata sviluppata dall’ Università di Waterloo, che ha sostanzialmente studiato l’ algoritmo del selfie perfetto. La app indirizza l’ utente verso la migliore inquadratura possibile con lo smartphone in base alla direzione della luce, la dimensione del volto e la posizione del soggetto. Per arrivare al risultato perfetto Dan Vogel, professore di informatica e colleghi hanno scattato centinaia di selfie virtuali modificando di volta in volta le tre variabili: la foto migliore, che è poi servita a elaborare l’ algoritmo, è stata decretata dalla votazione di migliaia di persone.
L’ obiettivo, nella società dei “mi piace” è eliminare i potenziali difetti per apparire al meglio: bisogna essere belli in modo assurdo. Anche perché a forza di rimirare gli scatti perfetti di star e starlette ogni piccola imperfezione diventa più evidente.
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Per un fisico da spiaggia quando scatta l’ ora della prova costume invece c’ è Lite, la app per snellire le rotondità e rimediare magicamente alla forza di gravità che, si sa, con l’ età non risparmia nessuno. E pare che la mania della perfezione non risparmi nemmeno gli uomini visto il successo di Sixpack, che permette letteralmente di «incollare» addominali da star su fisici da comuni mortali. Il risultato, con un po’ di attenzione, è sorprendentemente realistico.
Per chi non si sentisse abbastanza pratico da cimentarsi in prima persona la app RetouchMe provvede da sola, o meglio invia lo scatto a un team di professionisti che – a pagamento – faranno le dovute magie. Se è l’ espressione a essere sbagliata si può rimediare con FaceApp, capace addirittura di trasformare un broncio in un sorriso. Sul mondo dei social come nella realtà, però, i piccoli difetti si possono camuffare (anche) con una buona dose di ironia: in principio fu Snapchat, seguito poi dalle sempre più popolari Instagram stories. Gli adesivi, buffe facce di animali, corone di fiori e occhiali da nerd spopolano tra millennial e non.